Una Donna Sposata, al cinema..
Come si fa a spiegare la bellezza di un film di Jean-Luc Godard? Come dirlo in parole? Come spiegare che il Nostro è la quintessenza del montaggio? Semplicemente lui gira come nessun’altro! Con inquadrature parecchio inconsuete (e siamo già nel 62!), voci off unitamente ad un florilegio di primi, primissimi piani con dettagli di mani e braccia che si intrecciano, gambe che si allacciano, visi che si toccano, labbra che baciano e guance che ricevono, il tutto mescolato con dei rondò di rincorse dentro appartamenti di tre stanze con giradischi che suonano risate di ragazze (?!), sullo sfondo di dialoghi banali ma stranamente seducenti, il tutto attraverso un montaggio di immagini incredibilmente suggestivo, con ‘storia e discorso’ che accosta Auschwitz, la pubblicità di reggiseni, Céline, Apollinaire, come farsi crescere il seno, Beethoven, amori, tradimenti, sguardi in macchina, confessioni, bugie, manifesti pubblicitari che dettano gli accadimenti, lettere a tutto schermo, Notte e Nebbia, Morte a Credito, sigarette, promesse, scale, taxi, corse, abbandoni e ricongiungimenti: la vita!
Meraviglioso, un’esperienza unica, estatica ed estetica, niente di più vicino a ciò che ancora, ostinatamente, qualcuno continua a chiamare “Arte”.
Ancora una volta, per dirla con Burt, “Raindrop Keep Falling on My Head”….