Sono ancora fresche di sala due uscite natalizie, entrambe provenienti dal continente americano: Spider-Man. Un Nuovo Universo (Spider-Man: Into the Spider-Verse, B. Per- sichetti, P. Ramsey e R. Rothman, 2018) e Ralph Spacca Internet (Ralph Breaks the Internet, P. Johnston e R. Moore, 2018). Anche se apparentemente distanti, in realtà con- dividono la stessa struttura ed esprimono concetti molto vicini.
La struttura, mutuata dal cinema classico d’oltreoceano, prevede una prima parte di descrizione e una seconda di pura azione, sempre un po’ troppo lunga. D’altronde il cinema made in USA, non solo quello d’animazione, fun- ziona così: pensiamo a Jurassic Park, Avatar o Star Wars ad esempio. Se poi c’è una bella battaglia tra buoni e cat- tivi verso la fine del film, tanto meglio. È la visione del mondo americana per capirci: armiamoci e liberiamo il mondo dal male, anzi, dal Male. C’è poi un nocciolo duro, occidentale, che prevede che ci sia sempre un eroe senza macchia e senza peccato (nel nostro caso Miles Morales e Ralph Spaccatutto), meglio se un po’ imbranato (e i nostri personaggi lo sono in abbondanza, tipo il Semola/Artù de La Spada nella Roccia) che, dopo aver fatto un immane disastro (tipo scoperchiare il Vaso di Pandora), rimedia salvando il mondo. Fino qui tutto perfetto, direi, siamo dentro alle categorie descritte da Vladimir J. Propp, circa un secolo fa, in Morfologia della Fiaba (Newton Compton, Roma, 1984).
Poi ci sono i concetti che funzionano a tutte le latitudini, anche se l’American Dream è di matrice tipicamente sta- tunitense: l’idea che attraverso il duro lavoro, il coraggio e la determinazione sia possibile “farcela”, diventare ricchi, famosi o eroi, meglio ancora se con fatica e grandi sacrifi- ci, non ultimo il sacrifico dell’eroe stesso.
Cosa continua a incantare nella saga di Spider-Man? Che ognuno può essere un eroe in grado di salvare il mondo. Già il buon Peter era un modello d’identificazione per chiunque: giovane occhialuto, senza genitori, con una
zietta da proteggere e zimbello della scuola, preda dei peggiori bulli. Ma evidentemente non bastava: in questa pellicola Spider-Man è addirittura un bambino tanto da sembrare difficile pensarlo come un eroe. La grandez- za di questo film, aldilà delle innovazioni tecniche e del linguaggio contaminato coi cartoons, sta nello “spingere” a più non posso il concetto: tutti possono essere supere- roi. Sono tanti infatti gli Spider-Man provenienti da altre congiunzioni spazio-temporali che accorrono in aiuto del giovane protagonista in calzamaglia: una ragazzina molto manga style armata di “macchina delle meraviglie” am- mazza-cattivi, uno Spider-Man Noir molto cool, e infine uno Spider-Ham, che è un simpatico maialino.
E Ralph? Ralph incarna perfettamente il concetto in for- ma di ossimoro “Se mi vuoi bene, lasciami andare”. Legato infatti alla piccola Vanellope in modo asfissiante, da vero padre (simbolico) iperprotettivo: un genitore che, per proteggere il figlio, lo “stringe” troppo a sé, finendo per soffocarlo, impedendogli di crescere, di camminare con le sue gambe, di compiere i suoi errori e assumersi i rischi che questo comporta. Per Ralph, come per ogni genitore che, volente o nolente, deve allentare la “presa” educativa sul figlio, significa soffrire ma lasciare che la farfalla voli, senza supervisionare tutto dell’alto come un padre “eli- cottero”, con uno sguardo ossessivo al quale non sfugge nulla. Che poi questo avvenga mentre i più piccoli concre- tizzano, visivamente, come funziona la più grande inven- zione dai tempi di Gutemberg, è un dono che ci viene fatto dai creatori di Ralph: gli uccellini di Twitter ci vengono incontro, la torre di Google è la più alta (ma quella di Apple è più trendy) e eBay è il luogo dove cercare un vecchio oggetto necessario. Sono presenti inoltre i virus, i bug, gli spam e il dark web, vero bosco stregato moderno, che non passa inosservato ai più piccini: cosa mi ha chiesto infatti il più piccolo della comitiva a fine visione? Papà che cos’è il dark web? Bello vedere che tutto torna, nulla si crea e nulla si distrugge, altro che avvento della modernità!